Nell'ambito delle polizze auto, una vera rivoluzione è stata introdotta dal 2006 grazie all'attuazione del decreto Bersani. Tale decreto Bersani, definitivamente convertito con la Legge n. 248 del 4 agosto 2006, è stato importante dal punto di vista delle RC Auto in quanto ha apportato diverse novità in merito alle liberalizzazioni delle polizze.
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- Le novità in campo assicurativo con il decreto Bersani
- Classi di merito rc auto
- Bonus Malus nel decreto Bersani
Il Decreto Bersani rappresenta una delle tappe fondamentali nella regolamentazione del mercato assicurativo in Italia, introducendo una serie di misure volte a incentivare la concorrenza, ridurre i costi e offrire maggiori garanzie agli assicurati. Emesso nel 2007 durante il governo Prodi e promosso dall’allora Ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani, questo decreto ha avuto un impatto significativo soprattutto nel settore dell’assicurazione RC Auto, portando cambiamenti che hanno toccato milioni di automobilisti e ridisegnato le dinamiche del mercato.
Uno degli aspetti più rilevanti del Decreto Bersani riguarda la possibilità per i consumatori di mantenere la propria classe di merito anche quando si stipula una nuova polizza su un altro veicolo. Prima di questa riforma, chiunque acquistasse un secondo veicolo, anche all'interno del proprio nucleo familiare, si vedeva assegnare automaticamente una classe di rischio elevata, con conseguenti costi assicurativi più alti. Grazie al decreto, invece, è stato possibile mantenere la classe di merito della prima polizza, una misura che ha permesso di risparmiare in modo significativo e di incentivare le famiglie ad aggiungere veicoli senza gravare troppo sul budget assicurativo.
Il Decreto Bersani ha introdotto anche una maggiore libertà nella scelta della compagnia assicurativa, consentendo una gestione più agile delle polizze e limitando alcune pratiche penalizzanti, come i costi aggiuntivi in caso di recesso anticipato. Questa riforma ha di fatto promosso la competitività, favorendo un mercato più trasparente e orientato alla convenienza per i consumatori, che possono confrontare offerte e condizioni con maggiore facilità.
Tuttavia, la normativa ha sollevato anche alcune problematiche, come il rischio di frodi legate all’abuso della “classe di merito familiare” e la complessità burocratica per le assicurazioni, costrette a gestire controlli più accurati e verifiche supplementari. La gestione di queste criticità è ancora oggetto di discussione, con nuove proposte legislative che mirano a mantenere il beneficio per i consumatori limitando al contempo i rischi di frode.
Analizzando nel dettaglio le varie implicazioni e i cambiamenti che il Decreto Bersani ha portato in ambito assicurativo, è possibile comprendere non solo le sue ricadute pratiche ma anche le sfide future di un settore in costante evoluzione. Questo approfondimento permetterà di chiarire le opportunità e i limiti di una riforma che ha lasciato il segno e che continua a essere un punto di riferimento per i legislatori e per i consumatori alla ricerca di maggiori tutele e risparmio.
Le novità in campo assicurativo con il decreto Bersani
Il Decreto Bersani, emanato nel 2007, ha rappresentato una svolta storica nel settore delle polizze assicurative in Italia, in particolare nel campo delle assicurazioni auto, grazie a una serie di innovazioni che hanno favorito la trasparenza, la concorrenza e la libertà di scelta dei consumatori. Tra gli aspetti di maggiore impatto, si distingue la rimozione di vincoli contrattuali che per anni avevano limitato la mobilità degli assicurati e inibito la libera concorrenza tra le compagnie assicurative. Analizzare questi cambiamenti permette di capire come il decreto abbia agito per migliorare l’efficienza e la competitività del settore assicurativo italiano, portando vantaggi concreti per gli assicurati.
Uno dei principali interventi introdotti dal Decreto Bersani è stato l'abolizione dell'obbligo di dieci anni di esclusività contrattuale per le compagnie assicurative. Prima dell’entrata in vigore di questa norma, molti contratti assicurativi prevedevano un vincolo decennale che obbligava i clienti a restare con la stessa compagnia per un periodo prolungato, spesso senza possibilità di recedere in modo semplice o senza penali. Questo vincolo non solo limitava la libertà di scelta degli assicurati, ma consentiva alle compagnie di mantenere una certa rigidità nelle loro condizioni contrattuali, sapendo che i clienti non avevano la possibilità di cambiare liberamente. Con l'abolizione di questa clausola decennale, gli assicurati hanno ottenuto una maggiore autonomia e flessibilità, potendo così scegliere la compagnia assicurativa più vantaggiosa in qualsiasi momento, senza dover attendere anni o pagare penali per il recesso anticipato.
In aggiunta, il Decreto Bersani ha eliminato tutte le spese a carico del cliente che decidesse di cambiare compagnia assicurativa. Questo aspetto ha avuto un impatto notevole, poiché prima della riforma molti consumatori erano scoraggiati dal cambiare compagnia a causa dei costi di trasferimento, che potevano risultare significativi. Tale misura ha facilitato una maggiore mobilità tra gli assicurati, permettendo loro di confrontare le offerte sul mercato e scegliere quella più conveniente senza dover considerare spese aggiuntive. Questa riforma ha quindi incentivato una maggiore concorrenza tra le compagnie, costrette a offrire servizi migliori e condizioni più vantaggiose per attrarre nuovi clienti e mantenere quelli esistenti.
Un ulteriore aspetto innovativo del Decreto Bersani riguarda l'abolizione dell'esclusiva per gli agenti assicurativi. Prima del decreto, molti agenti lavoravano in esclusiva per una sola compagnia, e questo limitava significativamente la possibilità di proporre ai clienti una gamma diversificata di prodotti assicurativi. L’introduzione della possibilità per gli agenti di operare con più mandati ha invece creato un mercato più dinamico e trasparente, dove gli intermediari possono proporre polizze di diverse compagnie e orientare il cliente verso la soluzione più adatta alle sue esigenze, senza essere vincolati da obblighi contrattuali verso una singola società. Questo ha permesso ai consumatori di ricevere consulenze più complete e imparziali, facilitando l’accesso a polizze personalizzate e più convenienti.
Infine, un altro effetto positivo del Decreto Bersani si è visto nella riduzione delle barriere di ingresso per nuove compagnie assicurative. La liberalizzazione del mercato ha incentivato la nascita di nuove imprese nel settore, favorendo una competizione più sana e un aumento dell’offerta di servizi. Questa varietà ha portato benefici evidenti agli assicurati, che possono accedere a prodotti assicurativi più diversificati, studiati per rispondere a specifiche esigenze e a fasce di prezzo diverse. La maggiore competizione ha stimolato le compagnie a migliorare la qualità del servizio e a proporre tariffe più competitive, contribuendo così a una riduzione dei costi delle polizze per molti automobilisti italiani.
Il Decreto Bersani, con queste misure, ha ridefinito il rapporto tra compagnie assicurative, agenti e consumatori, creando un mercato più aperto e concorrenziale. Questi cambiamenti hanno portato a un maggiore empowerment dei consumatori, che oggi possono agire con maggiore consapevolezza e libertà all'interno del mercato assicurativo.
Svincolarsi dalla compagnia assicurativa: opportunità derivanti dal nucleo familiare
In questo modo, ogni Agente assicurativo risultava slegato da una particolare compagnia, infatti il decreto Bersani puntava all'apertura del mercato di distribuzione assicurativa e ogni agente era libero di presentare ai clienti una serie di offerte di polizze fra cui scegliere.
Il testo del Decreto Bersani ha modificato la validità dell’attestato di rischio, infatti, prima di questo decreto Bersani, il documento poteva valere per massimo diciotto mesi. Inoltre ha stabilito che nel caso in cui il titolare di una polizza assicurativa rca, decida di stipulare un secondo contratto per un altro veicolo, intestato sempre a suo nome, ha diritto all’assegnazione della stessa classe di merito rc auto.
Classi di merito rc auto
Stipulare un nuovo contratto e ereditare la classe di un famigliare convivente grazie al Decreto Bersani
Per capire meglio il funzionamento del ddl Bersani sulle assicurazioni, andiamo ad approfondire il concetto ed i criteri di assegnazione delle classi di merito. Attraverso questo sistema, viene assegnato un punteggio su una scala da 1 a 18, in base al quale si considera il premio che bisogna pagare annualmente alla compagnia assicuratrice, in relazione al sistema di bonus-malus.
Come abbiamo visto, si parte dal punteggio minimo di 1, considerato come il migliore (in pratica si sta parlando di automobilisti "virtuosi") fino a 18, riservato ai guidatori peggiori. A seconda della classe in cui ci si trova, si può addirittura pagare un premio del 50% più basso. Prima del decreto Bersani, i neo patentati partivano dalla classe di merito base, ovvero la 14; ma grazie al nuovo Codice delle assicurazioni, sono state introdotte anche diverse novità.
Ad esempio, se il danno non viene accertato in maniera precisa e considerato al 100% come tale, è difficile che si scenda automaticamente di classe. In tal caso poi la compagnia assicuratrice deve effettuare una comunicazione repentina dell'avvenuto cambiamento di situazione assicurativa, così da permettere al cliente di valutare se ci sono le condizioni per continuare a mantenere lo stesso tipo di polizza.
Un'altra importante novità risiede nella possibilità di conservare la classe di merito per 5 anni, anche in caso di mancato rinnovo della polizza o sospensione della stessa. Se ad esempio lascio la compagnia con una classe di merito vantaggiosa, ed entro il quinto anno voglio tornare sui miei passi, la compagnia di partenza deve mantenere tutte le condizioni con cui è stata lasciata.
Molte compagnie hanno poi avuto la possibilità di personalizzare le proprie offerte e promozioni, ad esempio permettere in generale ad un cliente che vuole assicurare una seconda auto, o ad un familiare dello stesso, di entrare con la stessa classe di merito della prima polizza; oppure di pensare a numeri di classi addizionali, come la 1-a, 2-a, ecc. Oppure di permettere all'assicurato di non scendere di classe se va a rimborsare in forma personale la persona che ha subito l'incidente.
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Bonus Malus nel decreto Bersani
Occhio alla residenza che inserite nel contratto
Se un assicurato in un anno non ha causato nessun incidente o sinistro, riceverà un bonus sul premio assicurativo, cioè avrà il diritto di pagare la cifra assicurativa che si riferisce alla classe di merito inferiore di un posto, rispetto a quella dell’anno precedente. Ad esempio nel caso in cui la persona in questione appartenesse alla classe di merito quattordicesima, passerà automaticamente alla classe di merito tredicesima.
Nel caso di incidente causato dell'assicurato invece, il premio assicurativo dell’auto subirà un malus, vale a dire che salirà di due classi di merito rc auto. Ad esempio se l’assicurato aveva la classe di merito undicesima, dopo il sinistro occuperà la classe di merito tredicesima. E’ importante sapere che alcune delle compagnie assicuratrici esistenti, hanno creato delle classi di merito rc auto intermedie in situazioni di malus e bonus, per cercare di tutelare maggiormente gli interessi degli assicurati.
Coloro che hanno la classe di merito prima pagano un premio assicurativo inferiore a coloro che hanno le classi di merito superiori. Il premio assicurativo da pagare varia in base alle classi di merito rc auto ma anche in base alla compagnia di assicurazione, con la quale si stipula il contratto. La classe di merito di appartenenza di una polizza assicurativa rc auto è riportata all’interno dell’attestato di rischio.
Nel caso in cui una persona per diversi motivi non utilizza l’automobile assicurata per un determinato periodo, può richiedere che l’assicurazione venga temporaneamente sospesa. L’ultimo attestato di rischio è valido per cinque anni, in modo da permettere al suo intestatario di poter conservare per tutto il periodo, la classe di merito guadagnata.
Assicurazione familiare: ecco di cosa si tratta
Il 2020 è stato un anno difficile dal punto di vista economico e tutti i campi ne hanno risentito e hanno dovuto cedere a compromessi per poter continuare a guadagnare e allo stesso tempo permettere ai cittadini di continuare a pagare quanto necessario senza dover ricorrere ai propri risparmi.
Un settore che ha subito un cambiamento notevole è sicuramente quello assicurativo, lo scorso anno è stata infatti introdotta l’RC Auto familiare che ha determinato delle modifiche considerevoli sotto diversi aspetti nel rapporto tra l’assicurato e la polizza.
Se con il decreto Bersani la possibilità di condividere la classe di merito è ormai cosa risaputa in quanto in vigore dal 2007, con la revisione dell’articolo 134 del Codice delle Assicurazioni si è estesa la portabilità della classe di merito assicurativa all’intero nucleo familiare consentendo, dunque, di beneficiare della migliore classe di merito presente all’interno del nucleo.
L’RC Auto familiare ricopre tutti e dodici i mesi e può essere applicata sia all’assicurazione auto che alla polizza moto, permettendo inoltre di passare il Bonus Malus da un’auto ad una moto e da auto ad auto, cosa impossibile invece con la Legge Bersani in cui i veicoli devono appartenere alla stessa categoria.
Nel concreto, l’assicurazione familiare, permette di trasferire la classe di merito non solo a nuove assicurazioni (come nel decreto Bersanii) ma anche in caso di rinnovo di polizze precedenti.
Per dimostrare che si è facenti parte dello stesso nucleo familiare basterà presentare una copia del certificato di Stato di Famiglia, facilmente procurabile previa richiesta all’Ufficio Anagrafe e vi sarà possibile riceverlo o tramite posta o tramite rilascio online, previo pagamento di una marca da bollo di importo pari a 16 euro.
Quest’assicurazione è pensata anche per i neopatentati che quindi sono inclusi e non si ritroveranno a pagare cifre maggiori legate a ragioni logistiche.
Ne sono esclusi infatti coloro i quali non appartengono allo stesso nucleo familiare e chi ha provocato incidenti stradali e si trova in possesso di un attestato di rischio per via di uno o più sinistri caratterizzanti gli ultimi cinque anni.
La nascita di questa polizza non è legata solo alla pandemia e alle ragioni legate alle difficoltà economiche conseguenti, ma soprattutto perché già nel 2019 erano circa 2,6 milioni i veicoli non assicurati, si tratta del 6% circa sul totale ma non si tratta di cifre da sottovalutare perché guidare è un rischio per sé e per gli altri ed è un dovere proteggersi e proteggere, quindi una soluzione di questo tipo è subito sembrata ottimale per la risoluzione di problematiche serie come questa.