Dopo aver parlato della Targa UNP e dei controlli sulla targa diplomatica, oggi ci dedicheremo ad un nuovo tema.
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- Targa tedesca speciale: la copertura assicurativa
- Come si circolava prima con un'automobile straniera
- I casi più singolari di targhe straniere
La Germania ha sempre rappresentato un Paese importante dal punto di vista industriale, grazie ad imprese piccole e grandi all'avanguardia nell'innovazione e nell'ideazione e progettazione di svariate soluzioni per migliorare la vita quotidiana di ognuno. Un settore industriale di punta risulta essere quello automobilistico, sin dagli esordi sulle strade delle vetture a quattro ruote, tra la fine del XIXº secolo e gli inizi del XXº. Si pensi a marchi storici, le cui automobili ancora adesso vengono ammirate per la loro bellezza estetica ma anche per l'affidabilitá e le prestazioni.
Un esempio di questo genere possono essere la Volkswagen, la Mercedes, la Porsche, la BMW e l'Audi. Aziende che hanno fatto la storia dell'automobilismo, grazie ad invenzioni geniali o soluzioni industriali all'avanguardia, e che vengono prese ad esempio dalle societá del settore di altri Paesi. Come vedremo, un rapporto particolare si ha tra l'Italia e la Germania, anche da questo punto di vista. Non solo per la concorrenza tra marchi e vetture storiche dei due Paesi, ma anche per la libera circolazione di veicoli con targhe tedesche o italiane sulle rispettive strade.
La Germania, come forse sapete, detiene il primato mondiale all’interno del mercato automobilistico. Tale primato, com’è intuibile, si traduce nell’acquisto di automobili tedesche in tutto il mondo, ognuna delle quali avrà un destino diverso a seconda del paese di destinazione.
Qui in Italia, dal 2018 in particolare, vi sono delle regole rigide in termini di automobili con targa estera, compresa la targa tedesca. Vista l’impossibilità di circolare con targa tedesca in territorio italiano per coloro i quali risultano residenti in Italia da 60 giorni consecutivi è stata costituita la targa tedesca speciale che garantisce la possibilità di circolare regolarmente sul territorio italiano, senza il rischio di incorrere a sanzioni.
Nei casi in cui si debba, quindi, procedere alla commercializzazione o alla vendita di questi prodotti in Italia, si andrà a dotare la vettura di questa targa speciale che permette di circolare sul territorio per alcuni giorni.
Attraverso una nota diplomatica del 1993 tra l’Italia e la Germania è stato costituito un accordo che prevede il riconoscimento di due tipologie di targa tedesca speciale: la targa provvisoria, la cui banda laterale è di colore giallo e la targa prova, la cui banda laterale è di colore rosso.
La targa tedesca speciale di tipo provvisorio ha una durata massima pari a 5 giorni e può essere assegnata senza particolari formalità ad un privato cittadino che lo richieda per ragioni di circolazione temporanea sul territorio italiano per ragioni di tipo lavorativo o turistiche, ad esempio.
Questa targa deve essere affiancata da un documento di circolazione temporaneo che deve contenere i dati personali del guidatore e quelli tecnici per l’identificazione immediata del veicolo, tale documento può facilmente essere compilato dall’intestatario stesso prima di procedere all’utilizzo del veicolo.
La targa tedesca di prova ha anch’essa una durata di tipo provvisorio che può arrivare, però, fino ad un massimo di dodici mesi e può essere assegnata per motivi di collaudo e/o di vendita del veicolo all’interno del territorio italiano.
Anche questa deve essere affiancata da un documento di circolazione temporaneo identico a quello necessario per la targa di tipo provvisorio.
Targa tedesca speciale: la copertura assicurativa
Anche se la targa tedesca provvisoria e quella di prova risultano essere riconoscibili e regolamentate dagli accordi tra i due stati è comunque necessario che la regolarità sia accertata dalla stipula di una polizza assicurativa.
Per questo motivo, il conducente di un veicolo che è stato prodotto ed importato dall’Italia e munito di targa tedesca speciale, deve procedere ad una regolare copertura assicurativa per poter circolare sul territorio senza rischiare multe dal costo più o meno elevato o fermi amministrativi.
Per poter assicurare un veicolo con targa tedesca speciale in Italia si può scegliere di rivolgersi a degli specialisti oppure di procedervi online in maniera immediata tramite uno dei siti facilmente rintracciabili.
Vi basterà scegliere il tipo di veicolo da assicurare, compilare il modulo e scegliere l’assicurazione temporanea dal costo più conveniente per voi per coprire i giorni a voi necessari e durante i quali dovrete circolare sul territorio.
Nello specifico, si possono scegliere due modalitá per assicurare un veicolo con targa tedesca speciale: rivolgersi ad uno sportello o ad una filiale di una compagnia assicurativa e chiedere informazioni su come poter assicurare un mezzo con tale targa particolare oppure effettare una ricerca online e individuare una societá che stipuli assicurazioni auto su internet anche per queste tipologie di situazioni. Ambedue le opzioni sono valide e ottime, tuttavia ciascuna puó presentare alcuni elementi maggiormente positivi rispetto all'altra.
In caso di dubbi, ad esempio, su quali passaggi dover effettuare per la copertura assicurativa di una targa speciale tedesca, recarsi presso una filiale di una compagnia di fiducia e richiedere chiarimenti ad un esperto risulta piú facile e soddisfacente rispetto ad un semplice contatto per via telematica, considerando soprattutto la particolaritá della richiesta. Una compagnia online, invece, offre magari un costo minore rispetto ad una tradizionale societá assicurativa. La scelta del tipo di compagnia da utilizzare, comunque, puó essere ampia e variegata.
Ecco alcune curiosità
La targa tedesca di un veicolo contiene una sequenza di tipo alfanumerico fino ad un massimo di otto caratteri di cui soltanto i primi, da uno a tre, indicano il circondario o la città in cui la vettura risulta essere registrata. In genere, le grandi città hanno una sola lettera identificativa perché più facilmente identificabili, mentre le città più piccole possono essere indicate anche con due o tre lettere.
Di conseguenza, Berlino, per esempio, sarà indicata dalla lettera B, mentre Francoforte dalla sola lettera F.
Come avrete notato vedendo una targa tedesca, questa è caratterizzata dalla presenza di due bollini posizionati alla destra del codice della città o del circondario.
Il bollino superiore, di solito di colore giallo, arancione o marrone, ha lo scopo di indicare il mese e l’anno in cui dovrà essere effettuata la revisione del veicolo.
Il bollino inferiore riporta invece lo stemma della regione di appartenenza (oggi l’unico presente nelle targhe più recenti).
Una delle cose che non tutti sanno è che la targa tedesca, in Germania, può essere parzialmente personalizzata ad un costo neanche troppo eccessivo.
La sequenza di caratteri della targa tedesca, infatti, sono del tutto casuali (fatta eccezione per quelle della città) e per questo motivo si possono personalizzare scegliendo una propria sequenza di lettere e numeri per un costo totale di 12,20 euro.
L’unico limite è l’impossibilità di scegliere sequenze già registrate oppure altre che sfocino nel turpiloquio.
Per quanto riguarda, invece, i veicoli elettrici ed ibridi che si stanno diffondendo negli ultimi anni e che rappresentano, si spera, il futuro della guida, dal 2014 in Germania si è deciso di dotare questi veicoli di una targa tedesca specifica, in questo caso viene infatti posizionata la lettera E alla fine della sequenza alfanumerica, esattamente come le auto d’epoca immatricolate da almeno 30 anni possiedono la lettera H.
Come si circolava prima con un'automobile straniera
In base all'articolo 132 del Codice della Strada, tutti i veicoli che risultano immatricolati all'estero, quindi con targhe straniere, non possono circolare nel nostro Paese per più di 12 mesi, altrimenti devono effettuare una nuova immatricolazione presso la Motorizzazione civile italiana e quindi iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Tuttavia, comunque, il proprietario del mezzo può anche sbrigare tale pratica attraverso lo Sportello Telematico dell'Automobilista (STA).
I costi relativi a questa nuova immatricolazione si aggirano intorno a qualche centinaio di Euro, tra tributi Aci, imposta di bollo per l'iscrizione al Pra ed altre tasse e balzelli vari. Inoltre, su queste cifre influiscono anche alcune caratteristiche del veicolo, tra cui la sua potenza e le dimensioni. A tali somme, si devono aggiungere poi i costi dovuti nel caso si delegasse tali incombenze burocratiche ad agenzie di pratiche automobilistiche. Per quanto riguarda, invece, i tempi di attesa per completare la procedura, si richiedono almeno due settimane.
Un elemento fondamentale da tener presente è che: qualsiasi soggetto circoli su territorio italiano con mezzi con targhe straniere deve possedere tutta la documentazione relativa al veicolo stesso e la deve esibire in caso di controllo da parte della polizia stradale. In caso di violazioni (dalla circolazione per un periodo superiore ai 12 mesi alla documentazione insufficiente inerente la vettura), la multa che si subisce può andare (o, per meglio dire, andava) dagli 84 fino ai 335 Euro, a cui si abbina il ritiro della carta di circolazione.
Il cambiamento di normativa per la circolazione con targhe estere
Per limitare lo stratagemma di alcuni automobilisti, che immatricolavano le proprie auto all'estero per circolare liberamente in Italia, al fine di evitare di pagare il bollo (o il super bollo in alcuni casi), eventuali multe subite e, al tempo stesso, limitare i costi considerevoli delle assicurazioni italiane, il governo ha introdotto norme e sanzioni più rigide. Il tutto attraverso, come detto, il cosiddetto Decreto Sicurezza, la cui applicazione partirà dal mese di Dicembre 2018.
In pratica, non potrà circolare con auto aventi targhe straniere una persona che abbia la residenza in Italia da oltre 60 giorni. Sono esclusi da tale divieto i veicoli presi a leasing, a noleggio (di breve o lunga durata) o in comodato d'uso da una società estera (non avente una sede nel nostro territorio), purchè si sia in possesso di documentazione attestante data e durata del contratto e disponibilità del mezzo. Il tutto debitamente sottoscritto.
Nel caso tale documentazione sia assente, il conducente dovrà pagare una multa variabile tra i 250 ed i 1.000 Euro ed avrà 30 giorni di tempo per presentarla. Trascorsi i quali senza tale presentazione, si subirà il fermo amministrativo del mezzo. Passati ulteriori 60 giorni, quest'ultimo viene riconsegnato, ma si incorrerà in un'ulteriore multa, da 705 a 3.526 Euro.
Nel caso la persona, con veicolo con targhe straniere e residente in Italia da oltre 60 giorni, venisse fermata senza averlo immatricolato in Italia entro 12 mesi, scattano pesanti sanzioni e multe. Infatti, egli dovrà immediatamente effettuare immatricolazione nel nostro Paese oppure dovrà consegnare targhe e libretto di circolazione e richiedere il foglio di via per lasciare il territorio italiano. A tutto questo si abbina una multa da 712 a 2.848 Euro, così come indicato nel rinnovato articolo 132 del Codice della Strada.
Trascorsi 180 giorni dalla sanzione, senza che sia avvenuta la registrazione in Italia o la richiesta di foglio di via, scatterà la confisca del veicolo.Infine, bisogna dire che ad incorrere in tali violazioni saranno sia il proprietario straniero della vettura (nell'ipotesi di leasing o noleggio) e sia l'individuo che abbia la residenza in Italia e la disponibilità della stessa, in qualsiasi circostanza.
Ed ecco l’inganno
Ma come è abitudine, soprattutto dalle nostre parti, le falle non possono mancare. Nonostante il Decreto Sicurezza sia nato per porre in qualche modo fine alla libera circolazione sul territorio Nazionale è stato già trovato il ‘rimedio’ per poter bypassare una legge si utile ma che senza ombra di dubbio andrebbe rivista dopo meno di un mese dalla sua entrata in vigore.
La stessa normativa, infatti e come detto, presenta alcune falle ma la più grande è quella che permette a chi interessato di aggirare la stessa. Come?
La neonata normativa, infatti, vieta agli stranieri che sono residenti in Italia da più di due mesi (sessanta giorni quindi) di circolare liberamente sul territorio ma su Whatsapp girà già la soluzione al problema. Tale scappatoia, infatti, fa forza su di un codicillo della normativa stessa che permetterebbe l’utilizzo di una vettura con targhe straniere senza alcun limite di tempo nel caso in cui si fosse dipendenti di società con sede all’estero ma che si trova in Italia per motivi di lavoro.
I casi più singolari di targhe straniere
Nonostante il decreto in questione sia entrato in vigore da poco meno di un mese sono già tanti i casi, alcuni dei quali singolari, che sono stati ‘scoperti’ dalle forze dell’ordine. Nel crotonese, ad esempio, due italiani con annessa residenza nella città calabrese, sono stati beccati alla guida di due vetture immatricolate all’estero e che nonostante siano rientrati in Italia già da un biennio non abbiano regolarizzato la loro posizione.
Nel Nord Italia, invece, nella zona che va da Firenze e Ravenna sono stati fermati due rumeni colti in flagrante che hanno immediatamente saldato il debito maturato con la multa con un importo pari ad € 712,00.
Uno di loro, però, ha dovuto fare i conti anche con il ritiro del libretto in quanto la sua autovettura era posteggiata dinanzi ad un passo carrabile.
Detto questo e analizzato il primo mese di normativa sulle targhe straniere tanti dubbi sorgono inesorabili visto l’escamotage che è già stato trovato per aggirare la legge stessa ma bisogna essere fiduciosi e confidare nel buon senso degli ‘stranieri’.